Un evento passato non dovrebbe segnare per sempre la tua immagine sul web.
Oggi la reputazione online è un aspetto cruciale della vita di chiunque. Con l’esercizio del diritto all’oblio, eserciti il potere di non essere più associato a eventi passati che hanno avuto un impatto sulla tua vita. Questo diritto, consolidato dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea del 13 maggio 2014, si manifesta nella pratica come il diritto alla cancellazione o alla deindicizzazione dei risultati di ricerca. Il Regolamento UE 2016/679, il GDPR, rafforza ulteriormente il diritto all’oblio, conferendo alle persone il potere di rimuovere la propria presenza dal mondo digitale. Questo può essere considerato un vero e proprio diritto alla cancellazione dei propri dati dal web.
In cosa consiste il diritto all’oblio?
Il diritto all’oblio, noto anche come “diritto alla cancellazione”, permette agli individui di richiedere la rimozione dei loro dati personali da un sito web o da un database, a certe condizioni. Questo diritto è particolarmente rilevante in situazioni dove le informazioni non sono più necessarie o pertinenti, o quando il consenso al loro trattamento è stato revocato.
Tuttavia la rimozione delle informazioni è soggetta a un equilibrio tra il diritto alla privacy dell’individuo e l’interesse pubblico all’accesso a quelle informazioni, come nel caso del giornalismo, della libertà di espressione e di altri interessi pubblici significativi.
Una delle principali sfide del diritto all’oblio è bilanciare il diritto alla privacy con la libertà di espressione e il diritto del pubblico all’informazione. Inoltre, esistono questioni tecniche e logistiche legate all’attuazione di tale diritto su scala globale, dato che Internet non conosce confini geografici.
Il diritto all’oblio ha un impatto significativo sulla gestione delle informazioni online, sollevando questioni su come e quando le informazioni debbano essere cancellate.
Quando puoi esercitare il diritto all’oblio?
È importante sottolineare che il diritto all’oblio non è assoluto: ci sono eccezioni al suo esercizio perché deve essere bilanciato contro altri diritti fondamentali.
Controlla prima di tutto se il tuo caso soddisfa una di queste condizioni:
- I tuoi dati non sono più necessari rispetto agli scopi per i quali sono stati raccolti o trattatiintendiamo l’adeguamento alla normativa che riguarda tutti i dati derivanti da siti web, e-commerce, app
- Hai ritirato il consenso su cui si basava il trattamento dei tuoi dati.
- I tuoi dati sono stati trattati illecitamente.
Poi considera che la cancellazione dei dati non è fattibile:
- Quando il trattamento è necessario per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione,app
- Per il rispetto di un obbligo legale,
- Per motivi di interesse pubblico,
- Per l’accertamento, l’esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria.
Come cancellare il tuo passato dal web
Il processo per richiedere la rimozione di informazioni personali varia a seconda dell’entità che detiene i dati. In genere, la richiesta deve essere indirizzata direttamente all’organizzazione che gestisce i dati, fornendo specifiche sul materiale da rimuovere e le ragioni per la rimozione.
Esistono tre metodi per rimuovere i tuoi dati dal web:
- Cancellazione del contenuto: non esiste più. Viene tecnicamente impostato un redirect 301, o cancellata la pagina con un 404
- Deindicizzazione dai motori di ricerca: il contenuto esiste ma è raggiungibile solo da chi ha il link. Quindi anche cercandolo digitando una “query” sui motori di ricerca non sarà trovato
- Anonimizzazione: applicabile solo a contenuti testuali come ad esempio gli articoli di giornale, e non a immagini e video. Infatti con l’anonimizzazione si sostituiscono nome e cognome con le iniziali.
“Si possono mettere 7 stelle? Perchè 5 non bastano per premiare la solidità, la professionalità e l’esperienza maturata da Alessandro e il suo team.
Ha ascoltato le mie necessità, ha valutato, e poi mi ha proposto una soluzione che mi coprisse a 360 gradi.
MAI soldi spesi meglio con un legale!”
Luca Sioli
Content Creator
Strumenti per l’esercizio del diritto all’oblio
Richiesta a Google di deindicizzazione
La deindicizzazione da Google è un processo che permette di rimuovere certi risultati di ricerca collegati a informazioni personali. Questo non rimuove il contenuto dal sito web originale, ma ne limita la visibilità solo su Google (sarà presente su Bing, Safari e tutti gli altri motori di ricerca).
Ogni individuo residente nell’UE può richiedere la deindicizzazione di contenuti personali. Anche persone fuori dall’UE possono richiederla per contenuti accessibili nell’UE.
Per fare una richiesta non è necessario essere assistiti da un legale. Basta compilare il modulo online sul sito di Google, fornendo dettagli personali, gli URL specifici dei contenuti da deindicizzare, e la motivazione della richiesta. È consigliabile allegare documenti di supporto.
Google valuta le richieste in base alla loro pertinenza e rilevanza. I contenuti possono essere rimossi se giudicati inappropriati, irrilevanti, non più rilevanti o eccessivi rispetto allo scopo originario della loro raccolta.
Dopo l’invio, Google esamina la richiesta, che può essere accettata e processata in poche settimane (ma in concreto spesso ci vogliono mesi o anni). Tuttavia, in casi più complessi o se Google richiede ulteriori informazioni, il processo potrebbe richiedere più tempo. In caso di rifiuto, è possibile presentare un ricorso o richiedere assistenza legale.
Reclamo presso il Garante della privacy
Il ricorso al Garante per la protezione dei dati personali è una procedura specifica che può essere intrapresa da qualsiasi individuo che ritenga che il proprio diritto all’oblio, come definito dal GDPR, sia stato violato. Questo diritto si applica quando una richiesta di rimozione di dati personali da un motore di ricerca o da un sito web è stata ignorata o rifiutata.
Ogni cittadino dell’UE può presentare un reclamo senza bisogno di assistenza legale. Il ricorso si effettua inviando un modulo di reclamo al Garante, dettagliando la richiesta originale di rimozione, la risposta ricevuta (se presente) e perché si crede che il diritto all’oblio sia stato violato. È importante allegare tutte le prove e le corrispondenze pertinenti.
Il Garante esamina ogni reclamo con attenzione, basando la sua decisione sui diritti e le normative in materia di protezione dei dati.
Se il reclamo viene accolto, il Garante può ordinare la rimozione delle informazioni dal motore di ricerca o dal sito web.
Purtroppo però nel 70% dei casi – dati statistici – il reclamo viene rigettato perché spesso si fa reclamo senza aver prima fatto la richiesta di rimozione o di deindicizzazione al titolare del trattamento.
Ricorso al tribunale ex art. 700 c.p.c.
Un’impresa che desidera far valere il proprio diritto all’oblio può ricorrere al tribunale, avvalendosi anche dell’articolo 700 del Codice di Procedura Civile, per richiedere un provvedimento cautelare urgente che mira a proteggere un diritto soggettivo da un danno grave e immediato.
Questa norma permette all’impresa di richiedere un intervento rapido del giudice per ottenere la rimozione, l’anonimizzazione o la limitazione dell’accesso a contenuti dannosi online. L’impresa deve dimostrare l’urgenza e la necessità di un provvedimento immediato per prevenire un danno grave e irreparabile alla sua reputazione o ai suoi interessi.
Per il ricorso, l’azienda deve presentare una documentazione che attesti la natura lesiva delle informazioni online e la loro inesattezza, obsolescenza o irrilevanza. È essenziale dimostrare anche che l’attesa del giudizio definitivo causerebbe un danno significativo.
Il giudice valuta il caso e decide se emettere un provvedimento cautelare. Se il tribunale ritiene valide le argomentazioni dell’impresa, può ordinare la rimozione temporanea o permanente delle informazioni contestate dai siti web o dai motori di ricerca.
L’emanazione di un provvedimento cautelare a tutela del diritto all’oblio dell’impresa ha effetto immediato. In caso di mancato rispetto dell’ordinanza, i responsabili possono essere soggetti a sanzioni.
Richiesta al titolare del sito web di rimuovere il contenuto
L’esercizio del diritto all’oblio tramite la richiesta diretta al titolare di un sito web è una procedura delicata e richiede un approccio preciso, specialmente quando si tratta di rimuovere informazioni personali online. Questo processo, per essere efficace, spesso necessita dell’intervento di un consulente legale specializzato in GDPR.
Inizialmente, è fondamentale identificare con esattezza i contenuti da rimuovere, inclusi gli URL specifici. Questa fase preparatoria include anche la raccolta di prove del contenuto, come screenshot o copie delle pagine web. Successivamente, bisogna contattare formalmente il gestore del sito, preferibilmente tramite comunicazioni tracciabili come email certificata o lettera raccomandata, esprimendo la richiesta di rimozione in base alle disposizioni del GDPR.
Cosa può fare Legal for Digital per te: andiamo oltre l’esercizio del diritto all’oblio
Legal for Digital offre un servizio che unisce competenza legale e strategia efficace per gestire e ripulire la tua reputazione online. Capendo che ogni richiesta di cancellazione dati può nascondere problematiche più ampie, come danni alla brand reputation, ci impegniamo a individuare la causa e la natura dei contenuti dannosi, che possono variare da articoli giornalistici a tentativi di concorrenza sleale.
Affrontiamo la questione sia legalmente, valutando l’applicabilità del diritto all’oblio secondo il GDPR (deindicizzazione, cancellazione, anonimizzazione), sia investigando su possibili reati come diffamazione online o concorrenza sleale. Dal punto di vista strategico, ponderiamo l’opportunità di azioni legali prolungate rispetto a soluzioni più immediate come la deindicizzazione da parte di Google, mirando sempre a un intervento rapido e incisivo.
In Legal for Digital, troverai non solo supporto legale, ma una strategia su misura per proteggere e ristabilire la tua presenza digitale in modo efficace e tempestivo.
Legal Tips: i nostri suggerimenti facili
- Per esercitare il diritto all’oblio, è necessario che si verifichino simultaneamente tre specifiche condizioni:
- Presenza di dati personali nel contenuto: il diritto all’oblio può essere invocato soltanto se il contenuto oggetto della richiesta contiene dati personali che ti riguardano direttamente (nome e cognome, immagine).
- Decorso del tempo e perdita di attualità: è fondamentale che sia trascorso un periodo di tempo sufficiente affinché la notizia o l’informazione non sia più di attualità o di interesse pubblico.
- Conclusione di eventuali procedimenti giuridici: nel caso in cui il contenuto sia correlato a un procedimento giuridico, è necessario che tale procedimento si sia concluso definitivamente.
Case Study
Diritto all’oblio per dati aziendali
SITUAZIONE
In un caso particolare, abbiamo affrontato una sfida unica relativa al diritto all’oblio. Sebbene questo diritto si applichi principalmente ai dati personali, abbiamo riscontrato una situazione in cui il nome di un’azienda era associato al termine “tangenti” nei suggerimenti di ricerca di Google. Questa associazione portava a due articoli giornalistici che collegavano l’azienda a un caso di corruzione. Nonostante la necessità di intervenire, il GDPR, che tutela il diritto all’oblio, non si estende direttamente ai dati aziendali.
SOLUZIONE
La svolta è avvenuta quando abbiamo scoperto che gli articoli citavano anche l’ex CEO dell’azienda. Contattando l’ex dirigente, abbiamo ottenuto il suo permesso per agire legalmente a suo nome, mirando alla cancellazione dei contenuti. Questo approccio ci ha permesso di superare il limite del GDPR, applicando il diritto all’oblio alle informazioni che riguardavano l’ex CEO. La nostra azione ha portato alla rimozione degli articoli, risultando in una pulizia efficace della reputazione online dell’azienda, che ha poi raggiunto un traguardo significativo vincendo un’importante gara di appalto.
Come richiedere una consulenza per l’esercizio del diritto all’oblio
Siamo consapevoli che spesso la richiesta di esercizio del diritto all’oblio necessita di essere azionata velocemente, visto che spesso in gioco c’è la reputazione di un brand.
Molti pensano che le tempistiche e i processi per ricevere una consulenza da uno studio legale siano lunghi e complessi.
Niente affatto: ora ti spieghiamo quali sono il metodo di lavoro e le tempistiche di Legal for Digital:
- Hai optato per contattarci tramite e-mail o modulo online: al ricevimento della tua richiesta, ti risponderemo entro qualche ora, fornendoti immediatamente un preventivo per la nostra consulenza.
- Se l’offerta soddisfa le tue necessità, formalizzerai l’accordo con noi, effettuerai il pagamento e otterrai il link per accedere alla sessione Zoom dedicata alla consulenza specifica sul diritto all’oblio.
- Nel corso della consulenza, potrai fare domande attinenti al tuo caso. Qualora ci accorgessimo della necessità di creare nuovi documenti o di integrare quelli esistenti per la tua necessità, ti proporremo di continuare il percorso con noi per assicurare la protezione legale. Inoltre, il costo della consulenza già pagata verrà dedotto dal prezzo delle successive attività proposte.