La licenza creative commons è relativa ai diritti patrimoniali che sorgono quando viene creata un’opera creativa e innovativa, quindi idonea a godere del diritto d’autore.
Infatti le opere creative sono tutelate dal diritto d’autore, che si compone a sua volta del diritto morale di paternità dell’opera, non cedibile, e del diritto patrimoniale che permette di cedere a terzi l’utilizzo dell’opera.
È proprio grazie a queste licenze che oggi possiamo utilizzare, per i nostri contenuti sul web, immagini, video, font, template creati da altri, senza violare il copyright. Le licenze creative commons sono in tutto 6.
Le licenze stanno nel mezzo fra il copyright e il pubblico dominio.
CONTENUTO DELL'ARTICOLO
- 1 Licenza creative commons: quali sono i diritti patrimoniali sull’opera?
- 2 Licenza creative commons: come nasce e caratteristiche
- 3 Licenze creative commons: quali sono
- 4 Come ottengo una licenza creative commons per la mia opera?
- 5 Licenza creative commons: alcuni esempi
- 6 Conclusioni licenza creative commons
Licenza creative commons: quali sono i diritti patrimoniali sull’opera?
Siamo nell’ambito della proprietà intellettuale dove la licenza creativa è la concessione in uso di un’opera da parte di chi ne è proprietario, a determinate condizioni.
Grazie alla licenza l’artista può autorizzare altri soggetti a divulgare la sua opera alle sue condizioni.
Quindi prima di parlare di licenza creative commons è necessario capire cosa può cedere il titolare del diritto d’autore:
- l’autore dell’opera può trasferire ad altri il copyright in maniera definitiva. Questo avviene quasi sempre quando quest’opera è stata creata nell’ambito delle proprie mansioni lavorative ed il contratto prevede la cessione dell’opera stessa. Quindi se ad esempio siamo grafici, oppure copywriter, cediamo tutti i diritti patrimoniali sull’opera al committente. Questo vale anche se siamo dipendenti di una web agency: ogni lavoro che produciamo non è nostro ma dell’agenzia stessa. In ognuno di questi casi non saremo noi come autori dell’opera a peter disporre delle licenze, ma i “nuovi proprietari”. Le licenze invece sono contratti attraverso cui il licenziante concede a terzi il godimento dell’opera, a determinate condizioni:
- può cedere la diffusione dell’opera solo per determinati utilizzi;
- può stabilire che l’opera non può essere editata;
- può consentire la diffusione non commerciale dell’opera;
- può consentire la modifica dell’opera ma solo secondo le indicazioni dell’autore;
- può stabilire che l’opera può essere pubblicata da altri ma solo citando l’autore.
Poi ognuna di queste licenze è combinabile con un’altra.
La licenza creative commons è di origine americana e se ne sente parlare molto perché la maggior parte dei contenuti che prendiamo da internet proviene da siti web americani.
Ma non è che le licenze prima delle creative commons non esistessero. Solo che la grande differenza sta nel fatto che le cc creative commons sono licenze aperte, cioè nella disponibilità di chiunque. Invece le licenze tradizionali sono accordi specifici tra due parti contrattuali, quindi come tali operano in ambiti ristretti e specifici.
Licenza creative commons: come nasce e caratteristiche
Creative commons è una ONLUS che nasce in America al fine di produrre licenze per facilitare l’incontro fra domanda, cioè coloro che necessitano dell’uso dell’opera creativa di autori, e offerta degli autori che vogliono far fruttare economicamente il loro lavoro. Quindi i titolari del copyright registrano le loro opere con la licenza specifica e si facilita così la diffusione della grafica senza violazione dei diritti dell’autore. Tutta la procedura si svolge via web.
Le caratteristiche delle licenze creative commons sono
- Aperte: nella disponibilità di chiunque. Infatti il sito web accetta solo licenze aperte
- Irrevocabili ma non permanenti: si può decidere quando si vuole di ritirare la licenza, ma non ha efficacia retroattiva. Quindi le opere che sono in circolazione grazie alla licenza non devono essere ritirate.
La licenza creative commons si compone di 3 parti:
- Il Legal Code: è la licenza spiegata in termini giuridici. Quindi con linguaggio “legalese” spiega in cosa consiste l’autorizzazione che viene concessa. Qui la licenza di attribuzione condividi allo stesso modo 4.0 spiegata in Legal Code.
- Il Commons Deed: in parole semplici con il supporto della grafica, si spiega cosa prevede la licenza. Qui un esempio di common deed: la licenza di attribuzione condividi allo stesso modo 4.0.
- Il Digital Code: sono i metadati della licenza che possono essere incorporati all’interno di un’opera e riconosciuti dai motori di ricerca.
Licenze creative commons: quali sono
Due libertà
- Condividere: non si intende solo sui social, ma anche su blog, cartellonistica, giornali o qualsiasi altro supporto che rende l’opera di pubblica fruizione
- Modificare: editare, tagliare.
Per l’esattezza quando si è iniziato a parlare di divulgare le opere creative, si invocava il principio di open content che si riferisce al fatto di garantire le “5R activities”: Retain, Reuse, Revise, Remix and Redistribute”. Ossia: salvare, riutilizzare, aggiornare, mescolare e redistribuire.
Quattro condizioni d’uso
Le icone delle creative commons sono un esempio di applicazione della disciplina del legal design.
Questi simboli significano “attribuzione” all’artista. La distribuzione dell’opera è libera purché si mantenga la citazione dell’autore. È il tipo di licenza più semplice.
Gli altri possono copiare, distribuire, condividere l’opera ma solo a scopi non commerciali.
Vietato editare l’opera o fare opere derivate.
È permessa la creazione di opere derivate solo con licenza identica all’originale.
Però attenzione perché pubblico dominio non è sinonimo di fair use: quest’ultimo è un istituto americano che limita il copyright in determinate circostanze previste dalla legge.
Sei commons licence
Come già anticipato ci sono più possibilità di cessione dei diritti sull’opera ed ognuna è combinabile con un’altra, dando luogo a 6 tipi di licenze, tutte elencate nel sito web creative commons. Le licenze alla fine non sono altro che i termini e condizioni applicati al copyright. La particolarità della common license è che è sempre obbligatoria l’attribuzione, quindi la citazione dell’artista, eccetto nel pubblico dominio.
Quindi ogni volta che si utilizza una grafica coperta dalla licenza creative common bisogna:
- citare l’autore
- inserire il simbolo della licenza di cui gode l’opera
- mettere il link per la licenza
- mettere link all’autore dell’opera
Tutte queste indicazioni andrebbero messe sotto l’opera stessa.
È consentita la copia, la distribuzione, modifiche, copie derivate e uso commerciale, purché sia sempre indicato l’autore dell’opera. L’attribuzione va inserita o nel footer del sito o all’interno dell’immagine, con la dicitura “opera realizzata da […].
È consentita la copia, la distribuzione, modifiche e copie derivate purché si perseguano scopi non commerciali.
È consentita la distribuzione di opere derivate solo con una licenza identica o compatibile con quella concessa con l’opera originale.
È consentita la ridistribuzione, commerciale e non, dell’opera ma non è editablle.
Non è consentito l’uso commerciale dell’opera che può comunque essere divulgata e condivisa. Sono consentite le opere derivate purché si applichi una licenza identica all’originale.
L’opera può solo essere divulgata, ma senza scopi commerciali. Non è editabile e sono vietate opere derivate. Quindi è la licenza creative commons più restrittiva.
A questo elenco bisogna aggiungere il “pubblico dominio”, con il simbolo dello zero.
Come ottengo una licenza creative commons per la mia opera?
Attribuire una licenza creative commons alla propria opera è molto semplice. Sul sito internet è presente l’apposito tool da compilare per creare la licenza su misura per le nostre esigenze. Una volta creata la nostra licenza, il sito mette a disposizione l’icona da scaricare che può essere messa di fianco all’opera per far sapere agli altri che, a determinate condizioni, possono divulgare il nostro prodotto. Poi il sito mette a disposizione anche i metadati, ossia il Digital Code da inserire nella risorsa e agevolare il riconoscimento da parte dei motori di ricerca.
Licenza creative commons: alcuni esempi
Conosciamo molti siti web che rendono disponibili gratuitamente o a pagamento le grafiche per i nostri contenuti: non solo foto ma anche icone, immagini vettoriali, icone, font, mock-up. Normalmente questi siti inseriscono al loro interno opere CC0, cioè che l’autore ha lasciato al pubblico dominio.
Quando la risorsa è a pagamento, si dice che si paga una “royalty”. La royalty è la tassa che si paga all’autore o all’editore, per poter utilizzare una risorsa coperta da copyright. Quindi quando si utilizzano per il proprio sito web questo tipo di contenuti, è opportuno conservare la ricevuta di pagamento.
Guardiamo un pò più nel dettaglio cosa prevedono alcuni di questi siti web con riferimento alle cc commons:
Flickr, Unsplash, Pixabay, Pexels
Sono tutti database contenitori di grafiche che sono di pubblico dominio, ossia CC 0, e vengono dette Stock. I siti web come Canva e Spark a loro volta accedono a questi portali da cui prendono le grafiche con le licenze più idonee all’utilizzo consentito sulle loro piattaforme.
Spesso, una volta che si è scelta la grafica da scaricare da questi portali, si ha la possibilità di fare il download gratuitamente, se si accetta di citare l’autore, altrimenti pagando una somma si può evitare la c.d. attribuzione dell’artista.
Shutterstock e la licenza creative commons
Contrariamente a ciò che si pensa shutterstock non contiene solo immagini CC0, molte delle risorse che si possono scaricare sono a solo uso editoriale, cioè non commerciale.
In ogni caso basta cliccare sulla foto o la grafica stessa per sapere quale uso è stato autorizzato dall’autore dell’opera.
Le immagini royalty-free che sono su Shutterstock sono quelle esenti dalla tassa. infatti Shutterstock ha già provveduto al pagamento dell’autore. Invece quella che noi paghiamo alla piattaforma è una commissione. Questo pagamento ci permette di scaricare la risorsa nel formato a noi più comodo e utilizzarla tutte le volte che ci serve.
Adobe Stock, come Canva ed Envato ad esempio, hanno la particolarità che oltre a contenere immagini stock da poter scaricare dietro pagamento di una commissione, oppure gratuitamente, sono essi stessi creatori di opere. Infatti Template, mock-up, modelli, sono di loro creazione e ognuno di questi siti ha le proprie licenze, che si possono reperire nei Termini e Condizioni d’uso.
Vediamo due esempi.
Adobe stock
Lo stock di Adobe contiene di tutto: template, immagini, mockup, icone, video editabili. È un enorme contenitore di grafiche il cui utilizzo è illimitato, in cambio del pagamento di un abbonamento al portale. In casi specifici questo abbonamento non è sufficiente, ma occorre un pagamento ulteriore.
Adobe pone come vincolo per i modelli che vengano editati, ossia che si cambino e immagini. Quindi la modifica qui è una condizione all’uso del prodotto che viene scaricato. Come molti altri portali tutela le immagini con il watermark, che è uno dei mezzi di tutela che abbiamo consigliato anche per proteggere il logo mentre si attende la registrazione come marchio, quindi la tutela ufficiale.
Adobe come creatore di contenuti prevede 3 tipi di licenze:
- Standard
- Avanzata
- Estesa
Di base tutte le licenze consentono un altissimo numero di copie scaricabili (500.000), l’uso commerciale in social media, e-mail marketing, sito web. Solo con la licenza avanzata si può accedere a determinati modelli ed utilizzare le risorse per stampe, merchandising, dove il valore del prodotto è dato dalla risorsa stessa.
Però anche qui bisogna stare attenti perché alcune risorse pongono la restrizione di “solo uso editoriale”, imposta dall’autore dell’opera. Quindi anche se si possiede una licenza standard queste grafiche non possono essere utilizzate per scopi commerciali.
Canva e Canva Pro
Non c’è social media manager che non conosca questo tool di design online. Qui possiamo trovare template, modelli, foto da editare e ridimensionare per ogni nostra esigenza. Ma non solo Canva stesso è autore di opere che sono i Canva Design. Nei termini e condizioni Canva stabilisce che si possono scaricare i layout in ogni formato, che sono editabili con contenuti che noi stessi carichiamo sul tool, o con altri elementi e foto stock presenti sul portale.
La versione pro di Canva mette a disposizione un numero maggiore di strumenti di editing e di layout.
Quindi, inevitabilmente, visto l’uso che viene fatto delle grafiche messe a disposizione, tutte queste opere hanno la licenza d’uso più ampia:
What is allowed?
All free media on Canva can be used for free for commercial and noncommercial use.
If a photo, icon, music track, video or other media contains an identifiable person, place, logo or trademark, please ensure you check the source or contact us if you’re unsure. We can’t guarantee that any free media have the appropriate releases for commercial use.
Attribution is not required but always appreciated. You can be creative and edit the media as you like.
Ma Canva chiarisce anche che ci sono grafiche che provengono da Pixabay, Pexels e CC0, ed in questi casi rinvia l’utente a controllare cosa prevedono le relative licenze.
Inoltre Canva stesso, come anticipato, è creatore delle opere che mette a disposizione: template, layout, modelli. In questo caso Canva prevede due tipi di licenze:
- C’è la licenza one-time che si applica alla versione gratuita di Canva. Questa licenza stabilisce che quando si utilizza un elemento o un template gratuiti, oppure li si acquista singolarmente, la licenza all’uso vale one shot, cioè la grafica in oggetto può essere utilizzata solo una volta su un unico progetto. Quindi, ed esempio, se utilizzo un template per un carosello per il feed di Instagram, non dovrei utilizzare lo stesso template per fare Facebook Ads. La licenza one-time prevede anche l’obbligo di attribuzione.
- C’è poi la licenza muliti-use per cui gli elementi acquistati possono essere utilizzati su più progetti.
Conclusioni licenza creative commons
Le creative commons sono sicuramente la tipologia di licenza più utilizzata dagli artisti. Anche perché la procedura per impostarla è molto semplice e non c’è una controparte con cui l’autore deve contrattare per concedere l’autorizzazione.
Il fatto che ci siano molti portali e siti web che fungono da contenitori di opere stock, non vuol dire in automatico che queste opere siano di pubblico dominio. Anzi normalmente le risorse che si scaricano gratuitamente non sono idonee all’uso commerciale, e possono essere utilizzate solo una volta.
Tutti questi limiti non valgono quando la risorsa è utilizzata a fini di formazione e informazione.
Per avere una consulenza sul copyright ti puoi rivolgere al nostro studio legale specializzato nel diritto del web. Ti ricordo infatti che in casi specifici si possono stipulare contratti di licensing e di cessione dei diritti di sfruttamento.