Le Linee di indirizzo nazionali del Ministero della Salute definiscono la Telemedicina in Italia come
“…una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località”.
La Telemedicina non è una branca della medicina a sé stante, ma viene intesa dal legislatore come uno strumento utile nei casi in cui la pratica tradizionale della medicina non possa essere svolta in uno spazio fisico.
La Telemedicina è uno strumento utile, efficace e semplice da utilizzare che si integra alle normali prestazioni mediche e agevola i rapporti tra paziente e medico curante.
Le Linee di indirizzo nazionali individuano cinque finalità per cui è possibile erogare una prestazione medica attraverso la Telemedicina.
- La prevenzione secondaria dedicata alle persone a rischio o affette da patologie croniche.
- La diagnosi, per snellire i percorsi diagnostici ove è possibile e smuovere le informazioni anziché il paziente.
- La cura: per deliberare le scelte terapeutiche dei pazienti a cui è già stata fatta una diagnosi.
- La riabilitazione per i pazienti fragili.
- Il monitoraggio per l’analisi costante dei parametri vitali dei pazienti sottoposti a cure mediche.
In questo articolo vediamo insieme le caratteristiche principali della Telemedicina e proponiamo alcune riflessioni dedicate alla normativa sulla Telemedicina in Italia.
CONTENUTO DELL'ARTICOLO
Telemedicina in Italia: quali sono i vantaggi
La Telemedicina in Italia riguarda da vicino il mondo del digitale e ci siamo chiesti più volte – sulla base dei benefici attuali -, quale potrebbe essere il futuro di questo ramo della medicina.
Abbiamo avuto l’opportunità di analizzare alcuni contesti aziendali che usano la Telemedicina per gestire le relazioni con i propri pazienti e toccare con mano i vantaggi per entrambe le parti.
Nell’ambito delle consulenze psicologiche, per esempio, la possibilità di usufruire di un servizio online consente alle persone di collegarsi con il proprio referente in orari più comodi che permettono di gestire famiglia e lavoro senza compromessi.
Sono moltissimi gli psicologi che offrono consulenze il mattino presto, durante la pausa pranzo o la sera dopo cena per andare incontro alle esigenze di pazienti oberati dagli impegni professionali e famigliari.
Con la consulenza a distanza decade anche il concetto di target geolocalizzato: i medici hanno la possibilità di comunicare e proporre i propri servizi a un pubblico ampio, non per forza residente a pochi chilometri dal proprio studio.
La Telemedicina in Italia (rispetto ad altri Paesi europei) è ancora uno strumento poco diffuso.
Consapevoli del fatto che questo mezzo non potrà mai sostituire una visita medica in cui la diagnosi dipende da un contatto diretto tra medico e paziente (così come una call con un cliente non ha lo stesso valore di una stretta di mano), dobbiamo riconoscere alla Telemedicina almeno tre vantaggi.
- L’eliminazione degli spostamenti: non è più necessario prendere l’auto per farsi prescrivere una ricetta.
- L’automazione delle procedure burocratiche e la conseguente eliminazione delle file d’attesa.
- La velocità dei tempi di interazione: i contatti tra medico e paziente sono quasi immediati.
In tutti i casi in cui non è necessario sdraiarsi su un lettino ed essere visitati dal medico, è possibile usufruire dei servizi offerti dalla Telemedicina in Italia per ottenere riscontri rapidi e soluzioni in breve tempo.
Le Linee di indirizzo nazionali identificano quattro benefici sui cui fare leva per promuovere la Telemedicina in Italia.
- Equità di accesso all’assistenza sanitaria.
- Migliore qualità dell’assistenza garantendo la continuità delle cure.
- Migliore efficacia, efficienza, appropriatezza.
- Contributo all’economia.
(Fonte dei dati: Linee di indirizzo nazionali)
Telemedicina in Italia: il problema del trattamento dei dati
Dal punto di vista legale e digitale, la problematica principale connessa alla Telemedicina in Italia riguarda la gestione dei dati personali particolari.
Si tratta a tutti gli effetti di dati sanitari che vengono trasmessi e condivisi attraverso piattaforme di videoconferenza, spesso utilizzate da più professionisti.
L’aspetto sul quale è necessario porre massima cura e attenzione concerne la raccolta, l’archiviazione e la gestione dei dati personali dei pazienti durante le consulenze, i consulti e le sedute live.
Facciamo un esempio pratico: alcune realtà che si occupano di salute e benessere della persona collaborano con più di un professionista. I medici utilizzano la stessa piattaforma per organizzare le video conferenze. Piattaforma sulla quale, a ogni accesso, potrebbero rimanere salvate registrazioni, documenti, cartelle cliniche condivise e informazioni particolari sullo stato di salute delle persone.
Come vengono gestiti quei dati?
In che modo sono raccolti e archiviati?
Chi è il Responsabile del trattamento dei dati? E il Titolare?
Ogni medico – sia per etica professionale, sia per rispettare la normativa sulla privacy -, deve garantire la tutela di tutte le informazioni di un paziente e proteggerle come previsto dalla legge.
Abbiamo conosciuto professionisti seri che si sono attrezzati per rendere i dati anonimi, usare cartelle criptate, limitare gli accessi, eliminare le informazioni rimaste salvate sulle piattaforme.
Tutto questo in modo autonomo.
Oggi, infatti, non abbiamo a disposizione una legislazione specifica che regolamenti la Telemedicina in Italia e fornisca indicazioni chiare e precise sulla gestione dei dati scambiati durante le consulenze mediche.
Il GDPR è una normativa alla quale potremmo fare riferimento anche in questo caso, elaborando soluzioni volte a richiedere il consenso al trattamento dei dati da parte dei medici un po’ come avviene con il consenso marketing sui siti web.
Certo, dovrebbero cambiare gli obiettivi e le finalità del trattamento dei dati personali particolari, facendo focus sull’ambito medico e sulla cura del paziente.
Queste riflessioni a voce alta derivano anche dall’analisi degli attori coinvolti e dei supporti tecnologici utilizzati.
Gli utenti entrano in contatto con centri erogatori del servizio e, in modo indiretto, con le aziende che si occupano dell’assistenza tecnica alle piattaforme di Telemedicina.
Siamo di fronte a contesti in cui soggetti terzi potrebbero avere accesso ai dati personali dei pazienti.
Le infrastrutture di telecomunicazione consentono la trasmissione dei dati personali e dovrebbero quindi garantire la massima sicurezza per rispettare la normativa sulla privacy.
La Telemedicina in Italia è quindi parte, a tutti gli effetti, dell’ambito legal tech: applicazioni web, smartphone, portali dedicati e dashboard sono strumenti utilizzati nel quotidiano per gestire le interazioni tra medico e paziente.
Telemedicina in Italia: approfondimento sulla normativa di riferimento
Prima dell’avvento della Pandemia il termine Telemedicina non era certo di uso comune. Abbiamo iniziato ad utilizzarlo quando i medici, impossibilitati a muoversi dalle proprie abitazioni a causa del Covid-19, proponevano consulenze a distanza via Internet attraverso le piattaforme dedicate alle videoconferenze.
Il contesto che si stava delineando ha obbligato il Ministero della Salute a intervenire sulla normativa che regola l’erogazione del servizio sanitario in Italia (il decreto legislativo n° 502 del 30 dicembre 1992 “Riordino della disciplina in materia sanitaria” e sue successive modifiche ed integrazioni, tra cui il D. Lgs. 229/99).
La Commissione Europea è stato il primo ente ad attribuire alla Telemedicina un ruolo di utilità per i cittadini con l’emanazione della Comunicazione europea (COM-2008-689) “Telemedicina a beneficio dei pazienti, sistemi sanitari e società“, del 4 novembre 2008, con la quale la Commissione aveva individuato le azioni che i singoli stati membri avrebbero potuto attuare per integrare la Telemedicina alle pratiche cliniche tradizionali.
Per dare seguito alla Comunicazione europea, in Italia venne costituito il Tavolo tecnico sulla Telemedicina, grazie al quale sono state redatte le prime Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina, approvate dall’Assemblea generale del Consiglio Superiore di Sanità il 10 luglio 2012.
Grazie all’intesa Stato-Regioni del 20 febbraio 2014, abbiamo siglato in Italia l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul documento “Telemedicina – Linee di indirizzo nazionali” (Repertorio Atti n. 16/CSR del 20/02/2014), che è stato recepito da tutte le Regioni nel 2018.
L’anno successivo è stato fatto un altro passo importante: il Ministero della Salute ha approvato la formazione di un Gruppo di lavoro sulla Telemedicina formato da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana, e dal Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha l’obiettivo di uniformare le modalità di erogazioni delle consulenze mediche a distanza.
Con l’arrivo del Covid-19, l’intesa Stato-Regioni del 2014 è stata rivista con due rapporti:
- rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità COVID-19 n. 12/2020 “Indicazioni ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria COVID-19” del 13 aprile 2020;
- Il rapporto n.60/2020 “Indicazioni ad interim per servizi sanitari di telemedicina in pediatria durante e oltre la pandemia COVID-19” del 10 ottobre 2020.
La revisione aveva l’obiettivo di fornire ai medici nuove indicazioni sulle prestazioni erogabili con la Telemedicina in Italia, soprattutto per le visite specialistiche, e uniformare la gestione su tutto il territorio italiano.
Il Gruppo di lavoro ha così predisposto altri due documenti:
- “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni di telemedicina” che è stato approvato dalla Cabina di regia del NSIS nella seduta del 28 ottobre 2020 ed è stato adottato con Accordo in Conferenza Stato Regioni del 17 dicembre 2020;
- “Indicazioni per l’erogazione di prestazioni e servizi di teleriabilitazione da parte delle professioni sanitarie” che è stato approvato dalla Cabina di Regia nella seduta del 9 Aprile ed è stato adottato con Accordo in Conferenza Stato Regioni il 18 novembre 2021.
Nel momento in cui scriviamo, questi sono i documenti ufficiali che danno indicazioni uniformi per l’intero sistema sanitario sulla Telemedicina in Italia.
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