La vendita vini online è una moda sempre più diffusa, che, neanche a dirlo, ha conosciuto un vero boom con la pandemia. Infatti senza l’ecommerce vini non si sarebbe potuta smaltire tutta la produzione che viene venduta grazie al turismo.
L’ecommerce vini a norma di legge:
- termini e condizioni: cosa deve essere previsto? Il diritto di recesso è obbligatorio?
- divieto di vendita ai minori: come essere a norma?
- gdpr: trattamento dati utenti e conservazione doc. d’identità
sono tutti gli espetti che affrontiamo in questo articolo. Leggi di più!
CONTENUTO DELL'ARTICOLO
Come aprire un ecommerce vini a norma di legge
L’e-commerce vino per essere a norma di legge deve prima di tutto avere gli stessi requisiti degli altri e-commerce.
Quindi nella home devono essere presenti tutte le informazioni previste dalla normativa e-commerce:
- Nome e ragione sociale dell’attività
- Numero di P.IVA
- Recapiti del titolare del negozio online: e-mail e numero di telefono possibilmente
- Indirizzo fisico della sede operativa
- Numero di iscrizione alla Camera di Commercio
Tutti questi dati normalmente sono presenti nel footer del sito così che possono essere facilmente visibili da qualsiasi pagina di accesso, insieme ai link a privacy policy, cookie policy, termini e condizioni di vendita.
I documenti che non possono mancare all’interno del sito e che devono essere facilmente accessibili sono:
Caratteristiche specifiche dell’ecommerce vini
Il diritto di recesso
Si potrebbe pensare che il vino, per le sue caratteristiche particolari, sia una merce speciale per cui non è obbligatorio prevedere il diritto di recesso, essendo facilmente deteriorabile con il trasporto. Invece il Codice del Consumo non inserisce il vino fra quei prodotti eccezionali per cui non è obbligatorio inserire il diritto di recesso. Quindi come per tutti gli altri ecommerce deve essere molto chiaro al consumatore come può essere esercitato il diritto a rimandare indietro la merce.
Nelle condizioni di vendita si può però specificare che il diritto di recesso decade qualora il prodotto non sia restituito integro.
Ecommerce vini normativa: il divieto di vendere ai minori
Il divieto di vendere alcolici ai minori di 18 anni non può essere bypassato attraverso la vendita alcolici online.
Come si fa ad essere a norma di legge?
Non è sufficiente inserire nelle condizioni di vendita la clausola contrattuale per cui l’utente, procedendo all’acquisto, dichiara di essere in possesso dei requisiti legali per acquistare bevande alcoliche.
In base alla Legge 125 del 2001 che regolamenta la vendita di bevande alcoliche prevede che “chiunque vende bevande alcoliche ha l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di identità, tranne che nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta”.
Quindi è sottinteso un comportamento attivo di controllo da parte del commerciante di vino che chiede l’esibizione del documento. A maggior ragione attraverso il canale digitale l’obbligo vale rispetto a tutti gli acquirenti, visto che non c’è modo di verificare che l’età adulta è “manifesta”. Solo la presenza fisica permette di applicare questa parte della norma.
Quindi via web tutti i soggetti che acquistano il vino devono essere soggetti al controllo dell’età. Come si può adempiere a quest’obbligo?
Sicuramente un primo passo può essere fatto attraverso la richiesta del codice fiscale. Anche se purtroppo non c’è modo di verificare chi lo inserisce.
Un modo più sicuro anche se “impegnativo” per l’utente è inserire l’obbligo di registrarsi al sito per poter fare acquisti inserendo copia della carta di identità, che sarà poi verificata.
Se si è ligi alla legge, subentra anche la necessità di avere gli strumenti idonei alla conservazione dei documenti, così come previsto dal gdpr.
Sicuramente andrà fatta una valutazione del rischio specifica per questo tipo di ecommerce e andranno prese le misure adeguate per fornirsi di strumenti tecnici idonei alla conservazione dei documenti d’identità, per adempiere al principio di privacy design.
Non dimentichiamo che vendere vino ai minori costituisce reato per la legge italiana!
Ecommerce vini normativa fiscale: il TUA
La vendita di alcolici è sottoposta ad accisa. Secondo il Testo Unico Accise sono sottoposti a questa imposta la birra, il vino, le bevande fermentate diverse dal vino e dalla birra, i prodotti alcolici intermedi e l’alcole etilico.
Rimangono esclusi i piccoli produttori di vino, cioè quelli che producono meno di 1000 ettolitri di litro l’anno.
I produttori sottoposti ad accisa sono obbligati al regime di deposito fiscale, quindi devono chiedere all’autorità competente, che per l’Italia è l’Ufficio delle Dogane, l’apposita licenza fiscale di esercizio.
La vendita di alcolici online è sottoposta agli stessi obblighi della vendita di alcolici offline.
Promuovere ecommerce vini online
Quali sono le attività promozionali che puoi fare per il tuo e-commerce di vino?
Se per la pubblicità in organico non ci sono problemi, per l’advertising ogni canale pone restrizioni.
Google ads
Google non prevede alcuna restrizione alla promozione dei vini attraverso l’advertising, nei Paesi in cui è consentito promuovere alcolici. Infatti la policy di Google proibisce di promuovere gli alcolici in alcuni Paesi. Inoltre ci sono restrizioni per i contenuti e per il target a cui le promo sono rivolte:
- Targeting di persone al di sotto dell’età legale per il consumo di alcolici in qualsiasi paese in cui vuoi pubblicare i tuoi annunci
- Lasciare intendere che il consumo di alcolici possa migliorare le prestazioni sessuali, sociali, professionali, intellettuali o sportive
- Lasciare intendere che il consumo di alcolici abbia effetti salutari o terapeutici
- Mettere in buona luce l’abuso di alcolici o promuovere ubriachezza o gare di consumo di alcolici
- Mostrare il consumo di alcolici in relazione alla guida di qualunque tipo di veicolo, durante la manovra di qualunque macchinario o lo svolgimento di qualsivoglia attività che richieda vigilanza o destrezza
Inoltre gli alcolici non possono essere pubblicizzati attraverso alcuni canali come la Gmail.
Per quanto riguarda i social:
Il social più attivo a livello di advertising e che si presta per il suo target ad essere la piattaforma perfetta per promuovere il vino, di fatto vieta la possibilità di fare advertising per promuovere il vino.
La policy di Facebook non consente di promuovere alcolici attraverso il suo canale. Quindi quanto detto per il vino vale anche per la birra e a maggior ragione per i superalcolici. La restrizione è arrivata nel 2019, quindi impossibile creare lo shop sul social per vendere questo tipo di merce.
Magari si possono trovare degli escamotage promuovendo degli eventi sul tema, stando attenti al copy e al sito web di atterraggio, che non richiamino comunque il vino.
Per Instagram vale la stessa cosa di Facebook: la policy vieta di fare advertising promuovendo il vino. Tuttavia ci si può sbizzarrire con le foto e le story in organico.
Tik Tok
La presenza del vino sul social del momento non si è fatta attendere. Anche in questo settore si sono affermati i wine influencer, in cui spicca l’account di Barbacàn.
A livello di sponsorizzate il social non vieta di pubblicizzare gli alcolici ma pone delle restrizioni:
- le grafiche e le landing page non devono incentivare il pubblico a bere troppo
- in alcuni Paesi ci sono restrizioni ulteriori per cui non si possono promuovere brand che vendono alchool o mostrare scene di vita reale in cui si beve
Il visual social per eccellenza non vieta la promozione degli alcolici ma pone anch’esso delle restrizioni:
- Non possono essere indirizzati a minorenni o rappresentare minorenni nell’atto di consumo di una bevanda alcolica
- Non possono associare il consumo di alcol a una miglior prestazione fisica, una maggior interazione sociale o un miglior successo nelle relazioni sessuali
- Non possono implicare che un consumo eccessivo sia benefico o che l’alcol abbia qualità terapeutiche come stimolante o rilassante
- Non possono ritrarre soggetti sono l’effetto di alcol né associare il consumo ad attività rischiose (ad es. guida, maneggio di macchinari pesanti), antisociali o illegali
- Non possono sottolineare che l’alta percentuale alcolica sia una qualità positiva.
Conclusioni e-commerce di vini
Aprire un ecommerce non è mai un’attività da sottovalutare dal punto di vista legale. A maggior ragione quando si parla di vendita di prodotti che hanno una normativa molto ferrea come gli alcolici.
Sicuramente il business di ecommerce vini può essere molto profittevole, ma bisogna partire subito con il piede giusto.
Il nostro studio legale, specializzato in diritto della rete, sarà in grado di trovare con te la soluzione più idonea per superare le criticità legali di questo tipo di business.
Insieme a te e al tuo programmatore struttureremo un sito che sia idoneo a raccogliere i documenti di identità degli utenti, conservarli in conformità al gdpr, con un occhio di riguardo a semplificare il più possibile il processo di acquisto del prodotto.
La legge non è un ostacolo al tuo business, ma un business che non è a norma è destinato a fallire!