Immaginate un web dove la libera condivisione di notizie, meme e video musicali non sia più scontata. Un web in cui le grandi piattaforme come Facebook e YouTube debbano monitorare attivamente ogni contenuto caricato dagli utenti. È questo lo scenario prospettato dalla Direttiva Copyright UE, che ha scosso il mondo digitale. Ma cos’è esattamente questa normativa e come cambierà le regole del gioco per autori, editori e piattaforme? Scopriamolo insieme.
Denominata “diritto d’autore e i diritti connessi nel mercato unico digitale”, questa direttiva mira a garantire che gli autori delle opere creative siano equamente remunerati per il loro lavoro nell’ambito digitale, affrontando al contempo le sfide poste dalla diffusione online delle opere.
Questo articolo si propone di esaminare i cambiamenti apportati dalla direttiva per gli autori di opere creative.
CONTENUTO DELL'ARTICOLO
Iter di approvazione della Direttiva Copyright UE
La strada verso l’adozione della Direttiva Copyright nel 2019 è stata tutt’altro che semplice.
Tra i protagonisti di questo percorso, l’Inghilterra si è distinta non solo per il suo ruolo attivo nella formulazione di alcune delle norme più discusse, ma anche per la sua successiva decisione di non incorporare la Direttiva nel proprio ordinamento giuridico, conseguenza diretta della Brexit. Questa scelta ha posto l’Inghilterra in una posizione di netto distacco dall’UE in termini di tutela del copyright.
L’iter verso l’approvazione della Direttiva ha incontrato anche la resistenza di vari creatori operanti sulle piattaforme digitali, ovvero coloro che, in teoria, avrebbero dovuto beneficiare maggiormente delle nuove protezioni.
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Impatto della Direttiva Copyright sulla circolazione delle notizie online
Una delle principali preoccupazioni sollevate riguarda la potenziale restrizione nella circolazione delle notizie. Per salvaguardare gli interessi di editori online e autori, la Direttiva introduce due disposizioni chiave:
- Gli editori di notizie online avranno diritto a una giusta remunerazione per l’utilizzo dei loro articoli da parte degli aggregatori di notizie come Google News.
- Gli autori dei contenuti giornalistici diffusi sul web saranno compensati dagli editori, che a loro volta ricevono pagamenti dalle piattaforme digitali.
C’è il timore che questo sistema di “tassa sui link” possa creare ostacoli alla libera diffusione delle informazioni. Ma gli effetti concreti sono ancora tutti da valutare.
Come la Direttiva Copyright influenza le grandi piattaforme web
L’approccio della Direttiva Copyright ha sollevato accesi dibattiti riguardo all’enorme potere decisionale che le grandi piattaforme digitali, come YouTube, Facebook e TikTok, avranno sui contenuti pubblicati, data l’immensa quantità di materiale caricato quotidianamente dagli utenti. Ci si interroga sui potenziali rischi per la libertà di espressione online, considerata la complessità di filtrare così tanti contenuti. Nonostante alcune piattaforme stiano già adottando strumenti di controllo, restano dubbi sulla loro reale efficacia su larga scala nel rispettare le eccezioni al copyright, come il diritto di citazione o la parodia.
Prendiamo YouTube come esempio: dovrà implementare sistemi di filtraggio ancor più sofisticati del suo Content ID per identificare potenziali violazioni del copyright nei video caricati. Questo potrebbe portare a rimozioni eccessive o a limitazioni nella creatività degli youtubers. E simili sfide attendono tutte le grandi piattaforme.
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Cosa imparerai?
- Aspetti fondamentali del diritto d’autore
- Alternative al Copyright come i copyleft
- Modalità di tutela delle proprie opere
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I 3 principi chiave della Direttiva Copyright UE
- Ampliamento delle opere protette: la Direttiva estende il copyright a nuove tipologie di contenuti online come articoli di blog, post sui social, grafiche e altro.
- Tutela di editori e autori di news: introduce il diritto degli editori di ricevere un compenso per l’utilizzo online delle loro notizie e il diritto degli autori di essere remunerati in modo equo.
- Responsabilità delle piattaforme: le piattaforme che ospitano grandi quantità di contenuti caricati dagli utenti saranno direttamente responsabili di eventuali violazioni del copyright.
Art. 17 Direttiva Copyright: responsabilità delle piattaforme per violazioni
Questo articolo è dedicato agli hosting provider che ospitano contenuti soggetti ad essere coperti dal diritto d’autore. La prima questione da risolvere riguarda il gap delle licenze: piattaforme come ad esempio Spotify, trasmettono musica d’autore grazie alle licenze d’uso che contrattano con i titolari del copyright. Operano quindi nella legalità. Piattaforme come Youtube si basano sui proventi che derivano dalla pubblicità e trasmettono opere generate per lo più dai creator. Questi ultimi se prendono un compenso non è fondato su un accordo di licenza ma eventualmente su accordi di distribuzione.
L’art. 17 (ex art. 13) della Direttiva Copyright affronta questo nodo, rovesciando la precedente giurisprudenza della Corte di Giustizia UE: le piattaforme digitali che ospitano “grandi quantità” di opere dovranno infatti implementare sistemi di filtraggio dei contenuti caricati dagli utenti, divenendo direttamente responsabili per eventuali violazioni del diritto d’autore. Una svolta epocale che impone gravosi obblighi di monitoraggio.
Facciamo un esempio pratico: un utente carica su una piattaforma un video contenente una canzone protetta da copyright senza autorizzazione. Prima della Direttiva, era l’utente a risponderne. Ora, se la piattaforma non riesce a identificare e bloccare preventivamente quel contenuto, sarà essa stessa a doversi giustificare e a rischiare sanzioni.
Non c’è dubbio che questa disposizione contraddice sia la giurisprudenza emessa fino ad ora, sia le normative europee, compresa quella sul commercio elettronico che pur attribuendo un ruolo di responsabilizzazione dei provider dei servizi, non arriva fino a questo punto.
Inoltre questa disposizione presuppone che la piattaforma web utilizzi una tecnologia in grado di riconoscere i contenuti, quindi molto avanzata. Tuttavia gli algoritmi fino ad ora utilizzati, come il Content-ID di Google non sono in grado di riconoscere quei contenuti per cui è prevista l’eccezione all’applicazione del diritto d’autore: diritto di citazione, critica, cronaca, satira e parodia.
Ci si chiede poi, visto che sono gli stessi provider a rischiare la sanzione, non è che nel dubbio andranno verso un’applicazione restrittiva della normativa, penalizzando gli utenti e il loro diritto di espressione?
La stessa norma promuove una stretta collaborazione fra i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online e i titolari dei diritti, al fine di rendere effettiva la tutela.
Altro problema: quando la piattaforma web decide di eliminare un contenuto di un creator, fino ad ora quest’ultimo non ha avuto possibilità di replica, né ha potuto essere messo a conoscenza delle ragioni della rimozione. A questa problematica la direttiva risponde imponendo alle piattaforme di fornire ai titolari dei diritti informazioni adeguate sui meccanismi, spesso algoritmi, che portano alla decisione di rimozione del contenuto. Le piattaforme saranno eventualmente tenute ad un risarcimento in base ai loro stessi termini e condizioni di utilizzo.
Per la validità di questo articolo si aspetta la pronuncia della Corte di Giustizia a seguito della recente contestazione da parte della Polonia.
La Commissione europea ha intanto emesso le linee guida per la sua attuazione ma, ricordiamo, non sono vincolanti per gli Stati membri.
Art. 15 Direttiva Copyright: diritto al compenso per editori e autori
Questo articolo riconosce agli editori di pubblicazioni giornalistiche online il diritto di ricevere un equo compenso per l’utilizzo dei loro articoli da parte di piattaforme come Google News. Allo stesso tempo, gli autori di tali articoli dovranno ricevere una parte adeguata dei proventi. Sono escluse le pubblicazioni a scopo non commerciale e i “testi brevi”.
Cosa significa in pratica? Se un aggregatore di notizie o un social network vuole mostrare al pubblico estratti di articoli online (più di poche parole), dovrà prima raggiungere un accordo di licenza con l’editore e parte del compenso andrà agli autori. Un modo per redistribuire i proventi del web, ma che solleva dubbi sulla libertà di circolarità e accesso alle informazioni.
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D.Lgs. 177/2021: recepimento della Direttiva Copyright in Italia
Il d. lgs. 177 del 2021 approvato a novembre recepisce finalmente la legge sul copyright del 2019.
Ad agosto era stato pubblicato lo schema del decreto che aveva posto diverse questioni.
Queste le parole del ministro della Cultura, che fanno ben comprendere l’obiettivo della normativa:
Nell’elaborare questo provvedimento, condiviso con tutte le realtà del settore, si è deciso di prediligere la tutela degli autori, dando loro il giusto rilievo. Senza il gesto creativo, non c’è contenuto: di questo bisogna tener conto lungo tutta la filiera del settore, tanto più considerando il notevole salto tecnologico conosciuto negli ultimi anni. Il valore autoriale, così come quello degli artisti interpreti ed esecutori, deve essere difeso, anche attraverso una maggior trasparenza da parte delle piattaforme digitale dell’utilizzo dell’opera creativa.
Il decreto apporta notevoli modifiche alla legge sul diritto d’autore. Vediamo quali sono le disposizioni più importanti che coinvolgono i contenuti divulgati attraverso le piattaforme digitali.
Nuove responsabilità per le piattaforme digitali in Italia
Le piattaforme saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati dagli utenti e dovranno ottenere licenze dai titolari dei diritti per le opere protette. Sono previste eccezioni per enciclopedie online senza scopo di lucro, piattaforme open source, servizi cloud personali e altro:
- I prestatori che danno accesso alle enciclopedie online ed ai repertori didattici o scientifici senza scopo di lucro;
- Le piattaforme di sviluppo e di condivisione di software open source
- I fornitori di servizi di comunicazione elettronica
- I prestatori di mercati online
- I prestatori di servizi cloud da impresa a impresa
- I prestatori di servizi cloud che consentono agli utenti di caricare contenuti per uso personale.
Tutele per gli autori di opere giornalistiche online
Gli editori avranno il diritto di autorizzare o vietare l’utilizzo online delle pubblicazioni giornalistiche da parte di piattaforme terze e di ricevere un compenso equo, da definirsi con accordi di settore o dall’AGCOM. Gli autori degli articoli dovranno ricevere una quota adeguata dei proventi. Si applica ai contenuti di attualità ma non a quelli non commerciali o ai “testi brevi”.
Saranno poi gli editori a doversi accordare con le piattaforme web. Nel caso di esito negativo del processo di negoziazione si può ricorrere alla giustizia ordinaria oppure le parti si possono rivolgere all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per definire la misura del corrispettivo. Nel caso in cui non si raggiunga comunque un accordo si può ricorrere al Tribunale delle Imprese.
Maggiori diritti per gli autori con licenza d’uso
Trasparenza, possibilità di revoca della licenza, obblighi di rendicontazione e altri diritti a tutela di autori e artisti che concedono in licenza le loro opere, anche per gli utilizzi online.
Considerazioni finali e questioni aperte
La Direttiva Copyright UE segna indubbiamente uno spartiacque nella regolamentazione del diritto d’autore. Da un lato, mira a tutelare gli autori e a riequilibrare la distribuzione del valore nell’ecosistema online. Dall’altro, pone sfide complesse per la libertà di espressione e condivisione nel web.
Restano aperti molti quesiti, come questi:
- Cosa si intende esattamente per “estratti brevi” esclusi dal compenso?
- Come faranno tecnicamente le piattaforme a filtrare enormi quantità di contenuti senza incorrere in errori o censure?
- E come reagiranno gli utenti a questi cambiamenti?
Nei prossimi mesi e anni, l’attuazione concreta della Direttiva nei vari Stati membri sarà il vero banco di prova. Casi di studio, dati ed eventuali controversie aiuteranno a valutarne l’impatto reale e a individuare le correzioni di rotta necessarie.
Una cosa è certa: il mondo del web non sarà più lo stesso. Creatori, editori e piattaforme dovranno adattarsi al nuovo scenario, cercando un difficile bilanciamento tra diritti, sostenibilità economica e libertà. La partita sul copyright online è appena iniziata.
E tu cosa ne pensi delle nuove regole? E se sei un autore, un editore o un gestore di una piattaforma online, non esitare a contattarci per una consulenza legale specialistica su come affrontare al meglio questa transizione.